Con spallate dal basso in alto
si sospinge tra la fluida folla
di discordanti voci
dissodate radici
diffratte luci da vuoti gusci
di fragili noci assenti.
Esperimenti sulla postura
non arcuata e sicura
nel silenzio della camera
non avezzo alle lenti
telescopiche degli occhi
o microscopiche delle camere.
Chimeriche immagini
tanto fragili quanto voragini
poco verosimili e molto
tragiche
fluiscono negli ultimi istanti
come onde sul sipario.
Il corridoio si illumina
di falsa luce bianca
mentre il passo arranca
verso la sorgente sopra il palco
sopra il patibolo fisso
l'apice del fondo: l'abisso.
Possono la preparazione e la sicurezza spingere contro la corrente dell'incapacità? Quando l'attenzione è fissa e dell'enorme parabola tu sei il fuoco, allora l'autocombustione spontanea in un cumulo di macerie e traumi è vera.
Ho cercato di descriverlo.
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