Monday, 11 December 2017

Buone Sieste


Quei giorni che sembrano 
un paesaggio mozzafiato
praterie di sorrisi, radure di canzoni,
fiumi di dolci in vallate di pasti.
Come manierismo che sfora in plagio,
vado con un altro assaggio che tanto
la bilancia sostiene anche un carro
o una slitta  rennata di doni.

Mozzafiato, sì, quasi strangolante
come il boccone troppo grande,
l'assaggio che riempie il pieno
il "dal primo gennaio farò dieta"
e intanto le conti sulle dita
le volte che tutto questo è servito,
questi miti e credenze che ti serve
il  cameriere laureato.



Friday, 24 November 2017

Sonata chiusa

Sonata Chiusa

Scivolavano le dita  sulla scacchiera distorta,
lente acceleravano e sempre più forte
l'impeto di mille martelli su corde
la cattedrale costruiva  di suono in basalto.
Un tocco più in alto, una sequenza profonda,
una colonna, un'arcata, un colpo di calce,
gira la pagina e proseguon le sbarre:
grembo di sovrumane opere e di loro 
falce.





Perifrasi o parafrasi, per farsi salvi e non prevalsi:
non solo scrittura, qualsiasi forma scagiona il tumulto più intimo e, al contempo tetro, lo confina nella finitezza temporale e del mezzo.
Non c'è tragitto completo, senza sobbalzi e fermate, lo stesso mezzo che trasporta lungo il percorso, rinchiude e intrappola durante il viaggio.

Tuesday, 21 November 2017

Eden, o il troncarsi endemico del pianto della pianta

La lama corteggia la corteccia,
il dolore scende alle radici,
e sale al cielo per rami e foglie.
Il vento distoglie l'udito
mentre tra fronde sibila rettile,
mentre il nome inciso sul tronco
sigilla il sentimento che ora arde
e tra gli anelli di anni si perde.

Tuesday, 10 October 2017

oggi

ora è come altri giorni
di lento respirare mentre cellule
ammassate respirano
l'agonia che è la vita.
mi trascino senza ritmo
senza rime o melodie
in un antro metallico su ruote
e guido verso casa.
che suono emettono gli altoparlanti?
colpi distanti d'incidenti su strada
o scelte acustiche per rimarcare
il fallimento dell'ascoltatore?
la strada serpeggia, a volte dilaga
dilatata e tortuosa nella mente
un po' annebbiata dalla  birra
con cui sociale mi sono abbeverato.
eccolo, il lume alla finestra di casa,
il faro nella nebbia
la carota per il mulo
lo squarcio di salvifica luce nel muro.

Monday, 2 October 2017

Con spallate

Con spallate dal basso in alto
si sospinge tra la fluida folla
di discordanti voci
dissodate radici
diffratte luci da vuoti gusci
di fragili noci assenti.

Esperimenti sulla postura
non arcuata e sicura
nel silenzio della camera
non avezzo alle lenti
telescopiche degli occhi
o microscopiche delle camere.

Chimeriche immagini
tanto fragili quanto voragini
poco verosimili e molto
tragiche
fluiscono negli ultimi istanti
come onde sul sipario.

Il corridoio si illumina
di falsa luce bianca
mentre il passo arranca
verso la sorgente sopra il palco
sopra il patibolo fisso
l'apice del fondo: l'abisso.





Possono la preparazione e la sicurezza spingere contro la corrente dell'incapacità? Quando l'attenzione è fissa e dell'enorme parabola tu sei il fuoco, allora l'autocombustione spontanea in un cumulo di macerie e traumi è vera.
Ho cercato di descriverlo.

Tuesday, 29 August 2017

sguardo indietro




fossili
come bossoli
di missili,
torsoli
al crepuscolo
che frivolo
carico
in cumuli
di tumuli
umili.

Friday, 21 July 2017

Giro di vite per il giro della morte

Nella vita sociale si parla spesso di punto di non ritorno, quando un'azione provoca conseguenze irregredibili. Un esempio è il suicidio.

Nella vita dell'universo, però, il concetto di punto di non ritorno è qualcosa di molto più perfezionato e definito. Entropia, Big Bang, Singolarità, bla, bla, bla.
Sembra strano pensare che la nostra vita, per quanto muovendosi a scale temporali e spaziali nel continuo e, in un certo senso, basata su fenomeni (emergentemente) quasi adiabatici come la crescita e i cicli solari/stellari, sia comunque esistente per via di una o molte singolarità (non molto singole).

Visto che questo blog è di poesia, volevo condividere con voi l'immagine che questo concetto mi suscita.

Le vite ciclano sempre, con punti di non ritorno.

PS: la parte del suicidio è riferita a Chester Bennington, calmi col 911.




Monday, 19 June 2017

Metanfore

Come bradipi di amianto portiamo la fine
in scodelle di cocci incollati a sputi 
con  dessert di merda riscaldati 
nelle fiamme false di un micronde. 
Come similitudini di metafore 
vomitiamo lettere
come vuote anfore 
rieccheggianti di chiacchiere.
Nemmeno a tagliar la corda 
ci riesce un un taglio netto
e il sospetto non smette di dare di  matto in petto
martellando fiotti di tattiche coppie di consonanti 
che altisonanti sfuggono 
nel timido attimo di un pàlpebreo battito.

Friday, 16 June 2017

Se celere rallenti

Se celere rallenti
accecato dall'oscurità
e tremulo l'appiglio
indeciso afferri,
se spavaldo ti nascondi
tra cespugli di cemento,
braccato predatore
che nuota nel deserto.
Allora unico e normale 
il dado ti ha progettato:
un pesce d'acqua dolce
che drogato è di sale.
La vita è la morte
di cose che non esistono
e il respiro è strozzarsi
con aria che ci schiaccia,
gli opposti sono braccia
che a turno mi colpiscono
e scudo fanno insieme
in separate mischie.









[Dualismi, dicotomie, opposti. Non esistono i bianchi e i neri se non negli anni '30 o sulle scacchiere.
In una realtà taoistia a 64bit di colori, la salvezza è deragliare dai binari in base 2.]

Friday, 9 June 2017

Termodinamica, Termopili e altri ricorsivi concetti ellenici.

Lo strano caso del giròvago
che torna all'origine ergodico
mi suscita un certo deplorevole
sogghigno ferale in viso.
Al contempo io stesso a tentoni
vado annusando anfratti curiosi
mentre cauto scanso l'indeciso
e mi aggrego ad opliti compatti.
Derido il cangiante
di panta rei mi candeggio 
e spente le vorrei
le luci che immancabile accendo.

Wednesday, 24 May 2017

Tremi e taglia

Tremo

la campagna tagliata
come burro da lama
mentre singhiozza
su rotaie binarie
uno, zero, uno, zero,
trasporto d'informazioni
in crani dalle orbite
ostruite da occhi
che girano e girano
attorno a uno scopo
che non esiste
e illude le masse,
mentre il tuo culo resiste
in seconda classe.

Friday, 19 May 2017

Intensa offesa a mano tesa

SPESSO


Spesso come la tavola del cesso
è il fondo di bottiglia opaco
usato per zoomare sul mare
di cagate che sémini al vento.
Ma se il frate non si fa l'abito
almeno si fa il saio 
e le tue parole escono 
dall'àdito sbagliato.
Sei una pagina di libro strappata
di un tomo mai sfogliato
di un autore che grafìa sbaglia
sulla cavalcatura che scalcia e raglia.

La tua lingua bifolcuta
riportala in campagna
o nel mare solcato
da onde che pugnano
e mentre con gli occhi l'infinito fissi
inspira  profondo il silenzio degli abissi.


Una manciata di versi da dedicare ai disseminatori di chiacchiere.
A volte si mal sopportano affermazioni o opinioni o sentenze o generale ventilazione di gengive.
Ho pensato di metterla in versi la risposta scoccante da lanciare a corda tesa puntando alla gola rea di pronunciare.

Ci tengo a dirlo, in anti-autobiografica garanzia, che oggi mi è andato tutto bene e questo non è riferito in particolare ad alcuno. Ma come non devo aver finito pulire le lame per parlare di odio, così è questo. Ciao <3 

Tuesday, 16 May 2017

Tetro Tetragramma della Conoscenza

Social Network: bella definizione che viene pronunciata con disprezzo o decantata con misto di invidia e strizzata d'occhio. Una parola prettamente usata dai PR di eventi e dagli over 30.

In generale un colpo inaspettato nel progresso dell'umanità, perché 30'anni fa ci vedevamo a volare col jet pack e a controllare nano-bot nel buco del culo dei celiaci, e oggi stiamo a spiare la vita (falsa) di chi si inventa una vita (falsa) da mostrare.
Un voyeurismo tarocco e un infilare add in ogni buco di html possibile.

Fortunatamente ho compiuto gli anni di recente e ho notato un'elevata assenza di auguri rivoltimi, soprattutto paragonando altre persone che spesso vedo inondate attraverso ogni mezzo di sentiti auguri.
E ho pensato: perché?
Probabilmente sono fastidioso, dimenticabile, antipatico, odioso, e avanti col teenage drama. O forse solo non mi curo più molto della mia immagine "social". Non mi scatto foto e non le macino di effetti filtro, Non scrivo più i miei stati e i miei tweet pseudo-intellettuali col twist sarcastico in fondo che tanto aiutavano a tirare avanti i pochi sfigati che li coglievano (me in primis). In generale ho chiuso col mostrare la mia vita, vera o artefatta che sia. Ogni tanto sono "social" perchè commento sotto la closed beta di qualche gioco dicendo "send me more beta keys", ma qui mi fermo.

Quindi mi sono chiesto "cosa faccio nel tempo che, io un tempo e tutt'ora altri, occupavo a lustrare il mio lato 'social'?". Non ho trovato una vera risposta, ma ho ideato uno schema (chiamato "tetragramma" solo per giocare con la tristezza del tutto e assonarlo a "tetro"):



Prendiamo il verbo "conoscere" e diciamo che parliamo di conoscenza.
Abbiamo:

  • Forma attiva verbale che è conoscere e forma passiva che è essere conosciuto
  • Forma di azione attiva, cioè spingersi a, "voler conoscere" e "voler essere conosciuti".
  • Forme di azione passiva "conoscere" perché conosci già e "essere conosciuti" perché non fai niente, sei conosciuto e basta.
Di tutte queste:

  •  "conoscere" e basta è male (bollino rosso) perché A) nessuno conosce e basta senza prima imparare o B) uno pensa di conoscere ma in realtà è tracotante.
  • "voler conoscere" è bene (bollino verde) ed è attiva come azione e attiva come verbo.
  • "essere conosciuti" è bene, perché è la conseguenza di aver fatto qualcosa (si spera di buono) ed è passivo/passivo perché verbo e stai in soggiorno a essere conosciuto
  • "voler essere conosciuti" è male assoluto (bollino rosso) perché è attiva al fine di sè stessa. È facce false e storie incredibili, finali col botto e fare botti per attirare attenzioni.


Insomma niente, volevo solo raccontarvi come funziona col mostrarsi. Ciao.

Ah, sì, la domanda "cosa faccio nel tempo... blablabla?" : tetragrammi.

PS: io che ho anche la pagina su Facebook (come dicono i polli: la fans page) potrei cadere nel "voler essere conosciuti" e lo so perfettamente. Quindi mi odio per questo e poi mi ricordo che sono anonimo e quindi non conta molto. Ciao 2.

Friday, 12 May 2017

Se tu fossi foco

A credere in fenici sono tanti,
e crescere infelici sottostanti.

Cosa resta dei resti di sparsi tizzoni arsi,
del suono scoppiettante nell'aria comburente?
Ho visto fumo costipare con barlumi di speranza
la cenere stanca e le braci smunte
che puntano verso il basso oramai spacciate
mentre il fervore a poco a poco si decompone.
Fiamma, Fuoco e Incendio Rapace,
la reazione è finita, andate in pace.

A credere in fenici sono tanti,
e crescere infelici sottostanti.



Da tempo sto cercando le parole giuste per dire un'incudine che vive il mio cranio. Poi ho visto che è perle ai porci prenderci a sberle e dilemmi porci. 
Il primo foglio che ho trovato, giù come alle olimpiadi invernali e ho scritto tutto prima che sia tutto al suo posto: decomposto.
Mi ha spesso indispettito il "carpe diem", forse perché niente è da capire e tutto è da carpire.
Forse è una fase, ma almeno sono riuscito a buttarglici sopra una frase. O un paio.

Thursday, 9 March 2017

Soqquadro

Le righe come dighe
contengono i quadri
di memorie aleatorie
esposte al tempo ladro.

Soqquadro: qualcosa non quadra quando un quadro di quadri quasi questiona la tua quiete quotidiana.


Wednesday, 8 March 2017

I pedaggi di oggi

Scorro il mio blogger e vedo bozze sopra bozze. Tanti post in cantiere e nessuno degno di farsi sentire.
Alcuni hanno titoli invitanti, ma contenuti scadenti, mentre altri tendono e tentano e tesi mi attraggono ma no, non sono. Ecco, sono un "no" secco.

Quindi riflettendo sul ciglio della palpebra chiusa, con capo reclinato e frementi falangi, ammetto che non è normale che tumulto interiore raschi ma non sfondi e lento abbondi fino ai bordi senza mai traboccare.
È come un arbusto frustato dal vento, che frustrato si piega e involonatario paga il prezzo d'essere avezzo allo strattonare dell'aria. Il dramma è che a contare sono le parole tangibili che dici, non quanto profonde siano le invisibili radici e finché non leggeranno le menti altrui, è l'uomo che sei, il male che fai e tre volte sei che ti mette nei guai.

Sembra un messaggio pastorale, ma tra il dire e non dire c'è di mezzo un parto. Ogni pensiero che non arriva, qualche passo degno di racconto lo ha camminato.

Quindi rileggo i blog non submittati, rileggo le bozze che sono aborti nel senso più vivo del termine: soffi di vite dal precoce termine che in potenza sarebbero potuti ma con prepotenza espandono le lapidi dei caduti.

"Allora perché?" è la domanda. Perché deve senza dire parlare?
Non lo so, vedila come la nave che in patria rimanda le bare.

Tuesday, 31 January 2017

Paga il contro a natura.

Non ti sfiora mai l'idea
che se chiami sacra una scrittura
allora non ti è chiaro il concetto
di cosa sia "contro natura"?

Non ti dichiari mai contrario al cemento del tetto di casa, o alle luci metalliche della notte che non illuminano le onde  che trasportano voci.
E lo vorrai il cuore di maiale clonato dopo lo spavento di un infarto a sorpresa, mentre tornavi dal lavoro che scambi con carta filigranata per comprarti riposo.
Alla fine l'unica cosa naturale è la terra, e io che pensavo che il Calvario fosse servito per farci vivere il contrario.

Ma tranquillo! Niente di urgente,
piscia pure nella sorgente per abbeverati all'estuario.



Friday, 27 January 2017

Testate in Faccia

Quindi ora si fa sul serio: ci si inietta il siero e ci si fa di sincero svendersi.

Ho creato la pagina di Assentheismo su Facebook e, comunque andrà, sarà un fallimento perché il target serio, lo zoccolo duro di puro acume appuntito, usa Adblock vari sul browser.
Eppure un addblock su mobile devono ancora affinarlo, quindi io mi affido alla volatilità delle applicazioni per smartphone.

Perché? Già... perché?
Per cominciare perché ho riletto vecchi post e la cosa sembrava decente da pubblicare. In secondo luogo perché vorrei, ma non riesco a farmi sentire. Quindi ci provo nel modo più zotico.

Inoltre vorrei tenere l'anonimato, quindi escludo il "passaparola" tra conoscenti, dato che non c'è modo di farsi conoscere senza farsi riconoscere. Senza omicidio, intendo.
Tranne questo di Facebook.

Quindi via! Il peggio sell-out della mia breve esistenza. Per ora.

https://www.facebook.com/assentheismo/

reingranare marce e macinare grano

I went back writing, after a long period of complete inactivity. I find myself  awakening with a written piece of paper in front of me, like a serial killer realizing he's bathing in a lake of blood. There is not purpose or intention, only the steam being let out.
It is not a choice, it is a need.
So I took this, the awakening concept and I throw it on paper. This time consciously and not on real paper.
As a stand-alone verse, the one following is not that much. But I like how interwoven everything appears once understood it's all a meta-game.
Or at least I hope it turns out as something more complex than a simple droplet of narcissism.

Sorto dal letto
e dal contorto
involucro di incubo
mi svincolo
come strale tra le fronde
o scoglio tra le onde
e inchiostro scaglio
sul foglio falso
di CSS decorato 
e la pelle di HTML. 

Thursday, 26 January 2017

Un nuovo standard

Ieri ho avuto una lunga conversazione con un amico di vecchia data.
Era tempo (anni) che non ci frequentavamo più assiduamente come un tempo e le rare occasioni erano più un catch-up che un discutere vero.

Ieri parlando sono stato folgorato, come giungere alla cima e scoprire già sventolante lo stendardo della fazione nemica. Ho cambiato lo standard.
In un tentativo di esemplificazione della realtà e cercando di mantenere le cose semplici per fare biopsie pulite della realtà, mi ero costruito le categorie per interagire con le altre persone.
La struttura che avevo inventato era quella del "98%", dove il 98% delle persone erano merde e il 2% si salvavano. ASPETTA! Non intendevo dire che il 98% delle persone FOSSERO realmente merde, intendevo che io DOVEVO reputarle tali, in modo da trascurarle e non prendere a cuore le loro parole/azioni/opinioni.

Ora, detto così, suona molto teenager e adolescente iracondo. Vero, e magari anche un po' veritiero, ma era una visione che aiuta tanto e che s'allineava a tutte le sfacettature quasi estremiste che mi contraddistinguevano.

Ieri parlando ho capito che ho cambiato lo standard. Il nuovo standard è

  1. più oggettivo
  2. più moderato
  3. più forgiving con gli altri.
In pratica tutto gira sulla relazione "fare-chiacchiere". 
Con "fare" si intende costruire, produrre, impegnarsi, creare, mettere a punto, insomma fare qualcosa. Sia musica, sia lavoro, sia famiglia, sia traguardi. Già qui si vede chiaramente che molte, moltissime persone, cadono nel fare.
"Chiacchiere" invece, un po' più sottile, non si riferisce a "parlare del tempo" o parlare a sproposito, no quello è passabile (visto che il nuovo standard è moderato?!). Chiacchiere negativo consiste in dire di saper "fare", ma non "fare", criticare chi sa "fare" implicitamente affermando di saper "fare" ma senza "farlo" e, in definitiva, "fare" solo "chiacchiere".

Ecco, recentemente ho avuto l'esperienza di un superiore che si ammantava di conoscenze, che aveva sempre parole di disprezzo per chiunque non accogliesse le sue convinzioni ed era, sempre, fastidioso. Era uno di quelli che "o con me o contro di me". E sarebbe andato bene. SE SOLO AVESSE FATTO.
Ma non faceva.
Adesso lui se n'è andato ed è restato a me di concludere il suo lavoro e, che io possa crepare ora e qui, il suo lavoro è shaky come una dodicenne davanti a Mike Tyson. Tante cose che lui s'inorgogliva d'aver fatto, non si capisce come le ha fatte, non esistono prove che lui le abbia fatte e, soprattutto, per essere il suo lavoro di 3 anni è pochissima roba.

Dopo quest'esperienza ho notato nel mio passato altri illustri esponenti del "chiacchiere". E guarda caso ora torna tutto.

Inoltre, uno che NON "fa" è comunque salvabile. Purché resti lì tranquillo e prosegua. A me va bene. Ora lo standard lo permette e lo ammette tra i salvabili.
Ma se solo, dal suo spanzarsi sul letto in una città lontana nella nebbia, lui/lei osa cominciare a dire "sì però io potre...." BAM !!! CHIACCHIERE !!! BAM !!! MERDA FUORI DI QUI DIOCANE.

Capito come funziona? Schema:

Ecco, forse adesso è chiaro.
Questo è il nuovo standard.

Wednesday, 25 January 2017

il futuro fortuito

Hola, sono tornato con un testo improvvisato come la reazione all'inaspettato. Ci sto pensando da tempo e vorrei fondare un tempio di informazione, che celi dietro alle nuvole del cielo le mie celeri opinioni e che renda un'attivo servizio informativo per interessati.
[e sono tornato a rileggere sopra perché il mio limite non è vero ch'è sempre stato il poco labor limae]
comunque stavo meditando a dosare lo stream of consciousness a un minino e partire un blog che spieghi o descriva l'italia ai non italiani ( o anche agli italiani) e sarà in inglese.

Non so se valga la pena, ma alla fine il mio unico timore è la mia inconsistenza, o meglio, la mia incostanza. Ma che conta? Ci provo, no?
Sarebbe un altezzoso e rumoroso "Italy explained" ma non so se non sembri selvaggiamente click-baity o solamente una merda.

Sarebbe un racconto di quello che penso sia misconception all'estero e quello che ritengo sia insaputo. Contando che nemmeno io sono veramente italiano e che mi celo dietro a pseudonimo, non so cosa possa aracnidamente cavarne dal buco, ma potrebbe funzionare, no?

Onestamente la mole di lettori già di questo blog è rasente a zero, quindi per non eufemizzarla, fa cagare a visualizzazioni. Quale pro a propinare un'altra solfa di contorte sparate che missano anche corpi di proporzioni astronomiche?
Non lo so.

C'è, comunque, e resta. C'è e resta la pulsione abissalmente profonda di inanellare parole per avere l'unica  libertà rimasta di forgiarmi personalmente le catene.
"Prigioniero e carceriere di me stesso nella prigione che sono io stesso", sono così confuso da non sapere se sia una citazione o sia frase mia o citazione di un altro me, morto d'inedia in prigionia.
Quindi sì, non sono più tornato indietro a labor-limare, sono in loop e sto streamando a bomba il flow di pensieri che sfiora l'aria come le mie palpebre assonnate alla luce artificiale di milioni di pixel.

D'accordo, mi ho convinto, vada per "Italy Explained" e cada la prima foglia d'autunno, il primo fiocco d'inverno, il primo strale dal cielo, la prima fenditura nella roccia colpita con rabbia.
Vedremo.