Nel mio tragitto lento verso la fermata del bus, ripenso spesso alle variabili.
Un po' da commedia degli equivoci, un po' disaster movie, quello che attira è sempre la minuscola causa scatenante, che propaga il dòmino, che "sliding doors" cambia gli esiti e la cui esistenza biforca i percorsi e le traiettorie degli eventi.
Ci fabbricano fiction e fiction sul battito d'ali di farfalla che, bam, è la causa del tornado.
È bello antropocentrico il culto delle "piccole cose", piace perché è la minima azione del singolo che può ribaltare intere sorti.
Vado verso la fermata e penso a chi dei piccoli segni fa collezione. Sono quelle persone che "sanno cogliere" e traggono consegueze. E c'azzeccano.
Penso soprattutto a come il "fato" sia solo mancato sampling dei dati, sia ignoranza dei "piccoli battiti d'ala".
Ma proprio a livello emotivo artistico, eh.
Non sono qua a fare proseliti per la Causa della Causalità!
Quello che intendo è che il più grande baro a poker non ha controllo totale e un segnale, un battito d'ali, gli sfuggirà.
Quello è l'azione del singolo che può ribaltare le sorti.
Ogni partita è una breve vita e ogni vita è una troppo protratta partita.
Ma dunque perché non allenarsi a leggere? Sì, le persone non sono libri, ma neanche solo scaffali di costole.
C'è qualcosa che sfugge e si sposta appena volto il capo, come un battito d'ali.
Ah, sì. Sono in ritardo.