Monday, 11 August 2014

Scatti

Come la lancetta che carica a scatti e fende il trascorrere del tempo.
Come la fotografia che immortàla a scatti e ferma il ricordo nella mente.
Come la corsa che avanza a scatti e brucia le tappe della vita.

Sei la mia scheggia,  il mio lampo,  il mio scatto di rabbia di gioia di pace di ansia di amore di tutto.

Friday, 8 August 2014

E...state (morti)

Una finta spiaggia di sabbia finta, un giovane di brutte speranze con paralisi al collo inclinato di lato causa headphones a metà che deejaya senza un domani,  musica da sculettamento nella sera d'agosto in mezzo ai monti.  Vecchie conoscenze oltre i 30 anni che sono ancora a rimorchiare troiette al limite manette,  figlie uniche a cena con genitori (e cagnolino grissino) che occhieggiano ragazzi all'insaputa dei vecchi,  e vecchi che girellano scatarrando astio contro il rumore "dei giovani".

C'è insulsità,  o insulsaggine,  o insulsatezza nell'incertezza delle loro certezze.

C'è vento di fine estate,  fine vacanze,  di domenica del villaggio; c'è puzzo di aspettative infrante,  portafogli sgualciti,  pelli scottate.
Cammino in un paesaggio desolato fatto di Marlboro Light,  Long Island annacquati,  I-Phone maneggiati con cautela,  occhiali da sole cerchiello per capelli,  teschi di lattine di Coca Zero.

Dopo due settimane di paradiso mi accorgo che là fuori le persone non hanno quello che ho io. Che sia passare ore in Safe Lane tra un bacio e una Ultimate,  o portarsi 4kg di ghiaccioli da sgranocchiare in BatCaverna davanti a uno schermo da 7mila pollici,  qualsiasi sia la mia avventura,  fuori non la hanno.
E nemmeno cercano,  perché non sanno. O non vogliono.

O sono io che sono strano,  no?
Ma poi è  un crimine fraggare in Deck17 piuttosto che sbarellare di Vodke RedBull? Magari il vero crimine è  che esistano crimini come il reato di opinione. Boh.

Adesso passo di nuovo e c'è musica da psycho dance trance hybrid techno drum&shit,  sembra lo tsunami post ristorante cinese con cibo avariato, mentre una Seat Cupra tamarrata che Vin Diesel si metterebbe a piangere sgomma ribassata a 30cm dal geriatrico di 30enni in tiro da rimorchio e gel a galloni sul riporto di cheratinosa paglia secca di cuoio capelluto.

Ma cosa mi sto perdendo?

Di fronte alla biblioteca fanno letture pubbliche di qualche boiata tipo il Piccolo Principe di Paris Saint Germain,  o qualche roba pseudo colta Gay-Lussac che dia un senso a neolaureati in Beni Culturali e insegnanti di latino in pensione.

Cosa mi sto perdendo?

Forse la possibilità di avere l'occasione di vincere alle schierate slot-machine anfrattate nella parte buia dei bar e del tabaccaio ancora aperto. Potrei parlare, tra un pigiare e un insert coin, con stranieri e autoctoni che votano Berlusca per togliere l'IMU e vivono in affitto.

Ma come è evoluto il mondo mentre io ho vissuto il mio più bel sogno e il periodo più bello della mia vita finora?

E poi parlano. Cazzo,  parlano tutti. Sono tutti medici con gli acciacchi altrui,  tutti geopolitologi con la striscia di Gaza e tutti scienziati con l'effetto tunnel dei loro denti nello spigolo del marciapiede che farò loro incontrare.

La mia bolla,  il mio guscio,  la mia gabbia,  la mia prigione,  il mio fottuto tunnel senza luce in fondo (che ho ormai arredato)  sono di gran lunga meglio del ditale da sarto dove loro stanno annegando.

Ti amo.