Forse c'è un forse di troppo, probabilmente 2.
Non è facile costruire qualcosa di univoco quando i segmenti si respingono come dipoli carichi e popoli pavidi di pensieri si ritrovano in un'inedita agorà che sta nel nostro mezzo.
Del resto spesso mi sorge il dubbio che questo sia un enorme sogno, come un onirico viaggio negli abissi che mi popolano. Invece...
Esiste molto di più di quanto l'esigua esperienza ci può comunicare, molti più strati che notti insonni non possono che sfogliare superficialmente.
L'incastro è imperfetto: un certo agio viene concesso alle zone di contatto e quel sapore di inedito non può e non deve mai svanire.
Sia il vento che sferza, il sole che s'accalca o il principio di pioggia che ritmica tamburella una marcia appena iniziata; sia al riparo di vetrate o sull'erba che respira, in fortuiti luoghi di emergenza o nell'esatto posto dove ci troviamo.
Sia ovunque e quandunque, il profumo mi coglie sempre impreparato e la realtà perde i taglienti connotati.
Lo scivolare è involontario e di questo momento acquisito voglio solo l'accrescimento.
Forse te l'ho detto, ma troverò sempre le parole per dire cose nuove, per rendere vivo quello che già vivace ci muove.
Oltre le parole. Del resto blablabla.
Non c'è niente come sapere. Non c'è come sentire il ruolo che tiene il suolo sotto controllo e dona al cervello il sigillo di pace. E quello tace e lascia che cali l'ascia di una simbiosi inarrivabile.
No comments:
Post a Comment