Thursday, 24 April 2014

Limare le sbarre e acuminare la terra

Come va nella tua prigione?
La sentenza è stata chiara: prigionieri a vita in questo limbo tra potere e dovere, volere e sapere, mele e pere.
Ti danno uno stomaco per riempirlo e lo imbottisci oltre ogni ritegno di merde dolci che nutrono solo pancia, fianchi e una plica di tripli menti.
Ti danno peni e vagine ma prima di fare il tuo unico lavoro ("you got one job!") devi fare teatrini e corteggiamenti come un circo itinerante.
Ti danno un cervello che còmputa ma una voce che non sa riferire, occhi che vedono ma mani che non toccano, gambe che ti trascinano e altezze che ammazzano.

Ti danno la scelta di lasciare entrare gli altri, ma non la spranga per difenderti.
Puoi accettare ma ci pensi comunque.

Oggi è tipo la festa della Liberazione, ma è dura da digerire. Liberazione, eh? E perché siamo ancora prigionieri? Carcerati e secondini, prede e predatori, siamo ogni goccia di rugiada su ogni lato della foglia che fotosintetica muore quando il sole impallidisce.

Con un paio di occhi non leggo la liscezza che il tatto trasmette e con l'udito non sento il tuo immobile profumo al mio fianco.
Libertà: come una barca nel deserto, un coltello nella minestra, un amore tra i miei simili.

Siamo talmente liberi che l'unica fuga è la prigionia sotto 3 metri di acuminata terra.

Wednesday, 23 April 2014

Connaturati in conati e cognati nell'ignoto

Il fior fiore di discussioni su cosa sia contro natura e cosa sia pro natura si infrange come onde sulla scogliera quando qualche furbo grida "alveare!".
Che sia necessario incallirsi con chi ama persone dello stesso sesso quando le case, la medicina, i pompini e le chitarre elettriche sono controNatura?

Persino farsi la barba È controNatura, poi però vedi barboni i cui peli hanno i peli e che dovrebbero lavarsi i denti con la schiuma da barba, annusi nemici giurati delle docce da km di distanza e tutte quelle robe lì.
È facile nascondersi dietro all'agricoltura biologica quando giri in SUV e quando dobbiamo invadere l'Iraq per prendere il petrolio per fare le tua posate di plastica che usi per non avere lo scazzo di lavare i piatti.

E l'alveare?
Cosa c'è di più di controNatura di un alveare? Ambaradam di celle esagonali... ESAGONALI!!!
Quando però i vostri amici Greenpeace Hipster vi mandano a firmare la petizione per la salvaguardia delle api, visto che sono loro a impollinare tutto (anche vostra madre), allora NO: le api sono naturali.
Vero? Perché delle bestie volanti a sei  zampe con pungiglione che vanno di pianta in pianta e di fiore in fiore trascinandosi polline sulle zampe e inseminando il mondo, quello sì è proNatura.
Io ho una brutta notizia: noi siamo natura.

Thursday, 17 April 2014

Tu sei fiori di testa

Com'era la filastrocca? "L'uomo vive in due mondi, ampi e vasti, contrastanti. Uno è dentro l'altro è fuori, nel primo vivi, nell'altro muori".

Adesso è ovvio che per te non è per me, che quello che tu non è quello che io, che il cruscotto del tuo cranio è meno arbremagiquato del mio. Ok.
Però l'affinità dell'essere scoppiati, dell'essere fuori dal canone in voga, eh: già quello ti accomuna.
Quando poi riesci a far parte di un A-Team di scoppiati, allora è altro che 300 alle Termopili.

Altre volte trovi un scoppiato-nonscoppiato che ti strika d'interesse, ma porcoilduce, non sai se è con o contro di noi. E allora cosa fai?
Beh, gli/le sciorini tutto il campionario di outside the box che sembra l'iperspazio o l'iperuranio dall'outsider che sei.
E che non sia un'idea superluminare arruolare nuova merda nella crew.
Così, tanto per fare più sbarco in Normandia e meno infiltratore dietro le linee nemiche.

E chissà che un giorno non ti possa salvar la vita, il marmittone fresco di leva.

Archimedea la cosa, eh? O soli arcigay.

Galvani vuol dire fiducia

Dicono che negli ultimi spasimi di vita la rana di Galvani avesse maledetto l'umanità con un "Cre-Cre-Cre-pate" gridato a gonfi polmoni, o branchie, o bronchi, o trachee.... boh, cazzo ne so di come respira un anfibio.
Negli ultimi spasimi di vita artificiale, in un cristiano risorgere post-mortem, quando alla rana sono stati attaccati un + e un - e quella si è messa a fare breakdance sul bancone del laboratorio.
Che sono poi le stesse coreografie di un condannato a morte sulla sedia elettrica, o della massaia che tocca la lavatrice con problemi di messa a terra. E tutto un copia incolla del vecchio fulminato nel ritorno a casa la sera di venerdì santo.
Pare che la rana di Galvani non avesse firmato la liberatoria e non avesse consentito la diffusione dei propri dati personali.
Ma ormai è morta, no? È morta e gli eredi erano una sborrata di girini in qualche acquitrino del cazzo.
È morta... eppur si muove.
E quindi? Quanto è cambiato dai tempi in cui si scopriva che  fili di rame, sali dissociati in acqua e pezzi di carne sono la stessa cosa, quando ci pianti dentro anodo e catodo?
(Batterie fatte di frisbee e aceto, van der Graaf che spatolano elettroni, pugni wireless con polvere da sparo, bei tempi)
Semiconduttori e reazioni nucleari a parte, non è cambiato niente: un bell'elettroshock è tuttora il bacio che trasforma in principe il ranocchio.
Principe di Niente.
Questa è la vera Pasqua: passaggio dall'inferno falso a quello fittizio.