Saturday, 1 March 2014

Il buco divenne farfalla

Il mio sabato sera finisce in un istante quando mi accorgo che ho una tasca bucata.
Sembra stupido eh, che per una tasca bucata io getti tutte le fiches a monte, mi avvolga nel chiodo di pelle e abbandoni tutto e me ne torni all'ovile deserto. Sembra stupido ma di regola seguo l'istinto e il mio istinto stava gridando "Pericolo!" con tanto di sirena e lampeggianti rossi.
Mi trovo così in cucina da solo con un paio di pantaloni sani e il dubbio amletico se tornare al mondo piovoso esterno o se rimanere nel silenzio.
Scelgo il silenzio e penso a quanto possa essere divertente essere come sono.
Adesso sto ripensando a così tante cose che se dovessi elencarle non mi basterebbe una vita intera, visto che sto ripercorrendo tutta la vita.

Ho trovato anche una spiegazione ed è banale. Solo che è difficile metterla giù a parole. Vediamo: assenza di diplomazia, intolleranza e impazienza. Questa mi sembra la spiegazione.
In questo modo riesco a spiegare, o forse a giustificare, quasi tutto. Anche il perché del fatto che il buco in tasca mi stesse guastando.
Così si spiega molto, o si giustifica, e così mi sento un po' più cònsono.
Dal 2005 a oggi molto è cambiato, ma sotto sotto sono ancora quello lì con le nocche insanguinate e un muro sfondato (bucato) che mi ghigna in faccia.

Contro ogni adagio popolare, i buchi aiutano.

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