Thursday, 12 September 2013

Il giro di vite e alloggio, ovvero il touring point del turning point

E così è già autunno. Sì, più meno, certo, quasi. Per cominciare le frasi però, per squotersi dalla stasi, non è mai sciocco partire di brutto.
Una faccia del Duce sarebbe l'apoteosi del brutto, ma ho preferito il più luce (come light, non come c) incipit d'autunno.
Le stagioni girano come furgoni della Deutsche Post che da Francoforte sfondano le porte di barriere doganali per portare prodotti cinesi a noi xenocontinentali.
Le stagioni ruotano, perché la terra ruota, perché la ruota con la gomma a terra comunque ruota, un po' fiacca però.
Autunno e il freddo attacca e le giornate scorciano e gli augelli migrano e la squola inizia e gli stranieri immigrano e aumenta immondizia. Un macello l'autunno, il geriatrico stagionale, il catartico istante vegetale quando di bronzee raggomitolate foglie si riempie il manto stradale.

Cos'è il tempo se non l'abitudine a percepire la natura ciclare a ruota dietro al circuitare ellittico di una palla di merda coperta da oceani?
Se il tempo è la misura del divenire, forse in realtà è il divenire la misura del tempo come, tanto per dire, il pezzo di Platino a Sevrès dell'SI può diventare quel che vuole che tanto la misura la da lui. Forse.

Autunno, come il tramonto, l'Armangeddon dell'anno, il momento in cui bere birra per strada e vomitare nei canali comincia a venir oscurato dal condensarsi del fiato in fronte al naso. E non a caso la gente smette di fumare in autunno. Forse.

Autunno è il giro di vite, nella metafora per chi muore e fuor dalla metafora per chi resta. È come la festa che ha dato il suo picco e si trascina oltre le 4 di notte colando a picco. L'autunno è ricco di bestemmie, estati infrante, inverni incidenti e chi più ne ha, echi piume ah!
("piume ah!")
("piume ah!")...

Autunno e la voglia di cuscino, il turning point del giaccone-ma-è-ancora-caldo, il touring point di cercare.
Per trovare tutto morto.

Autunno come (la rima banale) Attila l'Unno che spande e spezza senza un progetto, a cavallo del freddo che ti arriva alle spalle.

Mai chiesti perché etichetto questi post scialaquìo? Perché li scrivo sul cesso e li pubblico quando tiro l'acqua. Proprio discorsi di merda, eh?
Vai con dio, scialaquìo.

PS: autunno è dove non lasci provviste e l'inverno arriva solo per coloro che quest'estate non hanno costruito un riparo per il loro cuore.
Bestie.

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