Sunday, 29 September 2013

Distintivo

Da quando ho scoperto questa nuova cura sono inattaccabile.

D'ora in avanti sempre così: sguardo da squilibrato schizofrenico maniaco persecutorio e mentalmente instabile, pugni che si serrano e si riaprono a metronomico ritmo, sonore inalazioni con il naso e frequente manducazione di stuzzicadenti.
Bestemmia in canna e faccio fuoco all primo innavertito contatto spalla-spalla.
Leggera e studiata distorsione delle labbra in un imperscrutabile ghigno perenne e, soprattutto, totale disprezzo misantropico per ognuno che non sia sul mio white book.

Si vive meglio investendo un'area di qualche metro quadrato attorno a sé con la propria meditabonda furia cognitiva.
Non sono ancora telepatico ma ste merde le ribalto comunque con un singolo pensiero.

Step aside bitches.

Tuesday, 24 September 2013

When you say "classical"

I've noticed an amazing increase of views since my last post on "effective theories".
That's cool, seems there's someone out there appreciating the topic (actually I suppose this mighty viewer came here by chance and still regrets the choice... OK, I don't give a shit 'bout y'all anyway).

What I want to discuss is the "difference between classical and quantum theories" and what I mean by that.
First of all Special 'n' General Relativity are classical. Got it?
Since we are doing science and not oiled-walls-climbing theology, what we are interested in is "measurement".
How do we make correspond the measuring process (in real life) to a (mathematical) action on our (mathematical) model (~theory)?

Remember that in real life we measure real scalars, even when you are measuring a "vector quantity" (what's a vector, anyway?) we do measure component after component. Real numbers (with precision related to there measuring process resolution... ok now don't bring uncertainty relation and stuff. Keep it real, bro), real numbers i was saying: never heard of someone measuring a quaternion.

And here it is:
-Classical: measurement is a function f: V-> R that takes an element (which represents the state of the system under inspection) of the configuration space*  V and gives us a real number of R.

-Quantum: measurement is the eigenvalue o of an hermitian** operator O applied on a vector (which represents the state of the system under inspection) of an Hilbert space. Note that eigenvalues of hermitian operators can be only real (even if the scalar field of an Hilbert vector space is the complex field) as a measurement must be.

Better formulations of the theories (or just more suitable for applications) measure average values, transition probabilities and so on. Fuck it, I only gave you a conceptual insight that took me several years (no kidding, bro) to appreciate.
You are welcome.

There are all those subleties about quantum effects and fluctuation, yeah I know, but they invented Path Integral and partition functions for some reason (and discovered the connections between the two quantities, which leads to connections between quantum propagators and statistical correlation functions and, man, this is a blog lemme keep it simple!).

Probably I will enrich, modify or delete this stuff.
Or probably I will write something about classical symmetries (invariance of the action/Lagrangian) opposed to symmetries in quantum Mechanics (Linear Unitary or AntiLinear AntiUnitary operators, Wigner Theorem) and maybe I will write a nice intro on Poincaré group representations and then BANG! Quantum Field Theory!
See ya.

* the space of all q's and p's + time parameter t, usually given n parti les it's a 6n+1 manifold blablabla, in case of continuum degrees of freedom things are not that simple, but you know...
**actually there are technicalities for the boundness blablabla and it should be essentially self-adjoint or something like that

Monday, 23 September 2013

Effective Theories vs illusions

All right, got to learn something about Renormalization. For those who do not know what renormalization is, well, I don't care (http://en.wikipedia.org/wiki/Renormalization).
Anyway, where do you learn Renormalization? Of course on books and articles with titles like "Renormalization". Easy till now.

I stumbled on this article by Joseph Polchinski (http://arxiv.org/pdf/hep-th/9210046v2.pdf) , who happens to be author of one of the best books on String Theory. (Actually it's a two volumes series on Strings, but who cares about details here?).

Here's a quote (from an hypothetical dialogue Polchinski-student) you can find in the linked article:

Student: "Doesn’t all this mean that quantum field theory, for all its successes,
is an approximation that may have little to do with the underlying theory?
And isn’t renormalization a bad thing, since it implies that we can only probe
the high energy theory through a small number of parameters?"

Polchinski: "Nobody ever promised you a rose garden."


That's for all you unbelievers roaming around shouting that "science is soulless". Fuck off and begin learning some science "the hard way".


[As usual: my english may suck but, man, you all don't have better readings?]


Sunday, 22 September 2013

L'immensa lezione

Immensa lezione 1.0 della storia:
è normale inghiottire bloccando il fiato
quando in un colpo ghiacciato alla gola
la sostanza discende cosparsa di enzimi
e arriva con una lunga discendenza
che scorre senza controllo nelle vene
a me ultimo figlio
di una catena di vite inchiodate nel passato
da sembrare esoterico che il mio comportamento
sia quello dei primati aggressivi
il cui unico gioco senza dadi di ruolo
era ammazzare cibare procreare morire
su palcoscenici piatti, come poligoni
dai vertici smussati e levigati
dal tempo fumoso e torrenziale
che alla fine mi illumina il viso
con il raggio di empirismo carnale
che ora vado patetico a comunicare:
loro ce l'hanno fatta,
scimmie erudite di tronchi da balzare,
vuoi non possa io con tanto di penna in man...
Ah, appunto.

Tuesday, 17 September 2013

Born for nothing, from nothing. Born for noting nothing.

There is an artist I discovered 6 years ago on YouTube. MattRach.
He's a french guitarist, an absolute genius in my opinion. Really enjoy his works and now he streamed on YT his entire (instrumental) album.
Give it a try:


Thursday, 12 September 2013

Il giro di vite e alloggio, ovvero il touring point del turning point

E così è già autunno. Sì, più meno, certo, quasi. Per cominciare le frasi però, per squotersi dalla stasi, non è mai sciocco partire di brutto.
Una faccia del Duce sarebbe l'apoteosi del brutto, ma ho preferito il più luce (come light, non come c) incipit d'autunno.
Le stagioni girano come furgoni della Deutsche Post che da Francoforte sfondano le porte di barriere doganali per portare prodotti cinesi a noi xenocontinentali.
Le stagioni ruotano, perché la terra ruota, perché la ruota con la gomma a terra comunque ruota, un po' fiacca però.
Autunno e il freddo attacca e le giornate scorciano e gli augelli migrano e la squola inizia e gli stranieri immigrano e aumenta immondizia. Un macello l'autunno, il geriatrico stagionale, il catartico istante vegetale quando di bronzee raggomitolate foglie si riempie il manto stradale.

Cos'è il tempo se non l'abitudine a percepire la natura ciclare a ruota dietro al circuitare ellittico di una palla di merda coperta da oceani?
Se il tempo è la misura del divenire, forse in realtà è il divenire la misura del tempo come, tanto per dire, il pezzo di Platino a Sevrès dell'SI può diventare quel che vuole che tanto la misura la da lui. Forse.

Autunno, come il tramonto, l'Armangeddon dell'anno, il momento in cui bere birra per strada e vomitare nei canali comincia a venir oscurato dal condensarsi del fiato in fronte al naso. E non a caso la gente smette di fumare in autunno. Forse.

Autunno è il giro di vite, nella metafora per chi muore e fuor dalla metafora per chi resta. È come la festa che ha dato il suo picco e si trascina oltre le 4 di notte colando a picco. L'autunno è ricco di bestemmie, estati infrante, inverni incidenti e chi più ne ha, echi piume ah!
("piume ah!")
("piume ah!")...

Autunno e la voglia di cuscino, il turning point del giaccone-ma-è-ancora-caldo, il touring point di cercare.
Per trovare tutto morto.

Autunno come (la rima banale) Attila l'Unno che spande e spezza senza un progetto, a cavallo del freddo che ti arriva alle spalle.

Mai chiesti perché etichetto questi post scialaquìo? Perché li scrivo sul cesso e li pubblico quando tiro l'acqua. Proprio discorsi di merda, eh?
Vai con dio, scialaquìo.

PS: autunno è dove non lasci provviste e l'inverno arriva solo per coloro che quest'estate non hanno costruito un riparo per il loro cuore.
Bestie.

ROCKmaninoff o RachmaninON

A me piacciono gli Scar Symmetry, non giriamoci attorno. Se sia musica o meno, tanto vale che vi trasmigriate via, no?
Però ho sempre covato un amore latente (neanche tanto) per la musica corale.
Immaginate: soli, sperduti, niente elettricità, buio, dispersi, niente di niente, niente percussioni, niente intrattenimenti, niente libri, Assentha di tutto.
No, tranne per i muti (che comunque si danno manate sul petto e tengono il tempo), c'è ancora la voce. E quante figate possiamo tirar fuori dal cappello?

Questo è un brano che è un CAPOLAVORO, arrivate fino al minuto 1:44 e capirete la differenza tra suono e musica.

Poi che sia un'Ave Maria o quel che è, fuck off.


Tuesday, 10 September 2013

Tutto fumo niente Ariosto

Cone ongi ben scrito drama anche R-oe ha la sua debolezza che a metà film lo spezza invocando empatia e redenzione.
Tabagismo. Spinto per di più.
Una profonda dipendenza dal perforarsi di particelle mesoscopiche i polmoni.

Quindi con il suo passo che solca l'aere, con la sua cadenzata e belligerante postura da guerriero, il malosalutista R-oe si incammina verso il Sacro Graal di Lucky Strike nel magnifico tempio del tabaccaio all'angolo.

Non c'è modo di fermare R-oe, scansa con bruttezza il compulsivo slotmachinnaro dalle fattezze d'ibrida etnia, leggero sospinge la vogheresca housedivorced verso un novella duemila da tette in topless su un pedalò e manda in messico con un fulgido sguardo il minorenne che ordina Camel Light daddieci.

Ora è solo lui, la tabacchiera dalla facile risata, la sua banconota nuova da 5 non ancora istagrammata e il FUMO.

"Ciao, posso chiederti che sigarette fumi?"
Cartelletta in mano, sguardo perso, figa ma null'altro.
R-oe: "Sì"
Lei spaesata: "Sì cosa?"
"Sì, puoi chiedermi che sigarette fumo"
Boah, se è tarda quanto figa.
"Ah, ok. Che sigarette fumi?"
"Lucky Strike"
"Oookkkeei " scratch scratch sulla cartelletta "t'andrebbe di provare le nuove Chesterfield al sapore di marsiglia?"
Occhioni da inginocchiata ai piedi del divano nero di Youporn in attesa.
"No"
Fuori completa, assolutamente disarmata, respira, si ferma, si agita.
"Ma, non..."
R-oe si volta alla tabacchiera dal sorriso a schiera
"Lucky Strike".

E nemmeno varcata la soglia già aspira nicotina.
Che cretina.

Monday, 9 September 2013

Fischio, porta che scorre, un ultimo sguardo. Tutto.

Mentre sparivi all'orizzonte
le palpebre tremavano,
ammutolito gridavo
nella mia immobilità.
Ora vorrei solo dirlo
e non doverlo scrivere.

Saturday, 7 September 2013

Ascési in ascèsi, fiutando rifiuti.

profumo di venezia trema nell'aria
attorno al depuratore di acque nere
mentre il fiero sole d'estate alimenta
l'ematofagìa dei killer tafani 
facendo pulsar nella brezza vitale
residui di una combustione incompiuta
io salgo la liscia collina e affondo
fin al ginocchio nei sacchi di rifiuti





Ecco, questa è realistica. In molti più sensi di quanti uno possa trovarne.

Friday, 6 September 2013

L'incoerenza di essere sempre coerenti

Chiamala felicità, gioia, quietitudine, gaiezza, soddisfazione, pace. Ognuno dà la sua sfumatura a quella roba che vive dentro quando "và bene".

Tale sentimento o c'è o non c'è. È raro nella sua totalità e servono un bel po' d'eventi esterni per costruirlo, ne basta uno per perturbarlo.

Ci sono quelle occasioni, eventi, feste, momenti in cui una persona dovrebbe (a volte è richiesto) mostrare "felicità sociale". Mettere da parte e enjoy the moment.
Non ci riesco.
Non posso. Non ce la faccio.

Quindi fuck off. Non voglio perturbare la felicità sociale altrui e non appena sento il ringhio growlarmi in gola... ciao, sono fuori da qua.

Del resto se a uno fanno schifo i kiwi non può imbottirsene suo malgrado. Non li mangia e bon.

Troppa fedeltà a una linea che non premia.

Thursday, 5 September 2013

Il fiato sul collo

Il fiato sul collo. Della civetta che si torce il collo, di grado in grado, come un ufficiale estenuato dalla vista di truppe carnecannonate.
Come simbolo di saggezza ci può stare, un 360° da half-pipe sul mondo. Lo sniper perfetto, camper della porta accanto che headshotta piovendo bossoli sul pavimento polveroso, come nemmeno regali dal camino la notte della vigilia. Grande civetta, si sfiata un mantello nella fredda Stalingrado.

Fiato sul collo. Tipo un corno inglese che protrude da in mezzo le scapole.
E sulla gola un'altra serie di ottoni che attutiti ti suonano l'Imperial March senza tappetti rossi né divise da russi in saluto marziale.

Fiato sul. Per appannare realtà vetrata e scriverci iniziali così poco originali da patrocinare la realtà ad altri. Essere prestanomi del proprio nome a persone che nemmeno conosco/conoscono. Come moltiplicare targhette metalliche al collo e accollarle ai compagni caduti in una giungla sub-urbana.

Fiato. Strascicato. Come se la carta vetrata nei bronchi non fosse sufficiente, ci si mette la pece sulle pareti interne dei polmoni a rendere inaffondabile la nostra cassa del tesoro toracica. O bruciabile con un torcia: Guerra&Pece, quel che non muore brucia. Fiato che sfonda il corpo con tanto browniano schifo da alimentare, così tanto caotico da essere indeterminabile.

Fiat. Azienda che se non ci fosse bisognerebbe bruciarla.

I.A. . Che forse sarà la prima intelligenza.

A. That's Assentheismo.

Wednesday, 4 September 2013

Come ariete affrontare o testare

Quando ho emerso il capo dalla fonte
d'acqua scintillante e con la fronte imperlata
mi sono scrollato come un cane, con uno scatto
a lato, l'acqua dal capo,
allora ho capito con letale sicurezza
quanto quella carezza gelida
avevo desiderato mi scendesse
dentro, inondando per mondare
il mondo interiore che ogni fluido sporca
di sé e ogni espressione marca
col proprio simbolo di unicità individuale.
L'acqua gelida invece è comune
e riempie mari, si condensa
o si sublima ma nella sua stessa
banalità preserva un'identità che io unico
e speciale posso solo sognare.

Vorrei il cuore come fonte e la fronte
scudo della mente, invece
ho le fronde come mente
e il cuore scudo della fronte.
Preciso come quando miète
il raccolto a testate l'ariete.

Tuesday, 3 September 2013

Tetri teatri di vetri riempiti di spettri

"Svengano signori, svengano!"
La maschera gridava di voce tonante alla fiumana fluente di gente arginata sul marciapiede.
"Chi non vede non può osservare! Svengano signori, svengano!"

Il nostro R-oe, che dopo essersi sfigurato col rasoio stamani è assurto al mosto R-oe, s'appropinqua incuriosito al sito da cui la maschera abbandonata a terra esorta allo svenimento sino allo sfinimento.
"Qual intrattenimento hai d'offrir a chi si trattiene ad offrir ascolto a tuo artificial volto, o maschera?"

Il mostro R-oe ha una coltura classica di canapa sul suo currilocum vite da Merlot.

La maschera non maschera uno stupore dal vago colore della sorpresa nel notar anima sopesa al di sopra del di lei giacer a terra.
"Buon uomo s'accosti e a modici costi le concederò l'opportunità d'assistere il mio assistente ad assistere allo spettacolo che quotidiano insiste a triste perpetrarsi con fatti e frasi e vite e esistenze di povertà farcite"

Il nostro mostro chiostro rostro lesto fausto castrol alabastro R-oe non tergiversa in attesa e, con falange di dita tesa a contattare la cicatrice di fresca fattura in rasatura, calpesta, con l'ardor della massaia messiatica col mattarello di martellante bellicità martesca  devastatrice di scarafaggio, la maschera a terra.

Nel suo ultimo frammento d'esistenza la copertura per visi sussurra un "grazie" accennato.

Il lesto R-oe scansa da sé l'onor dell'azione e vocifera un sol: "di niente. Sfigurati!".

Età galoppava oramai per la maschera d'un'esistenza e l'accecava tanto dal non veder che il decantato assistente ch'assisteva e ch'eventuale acquirente avrebbe forzato ad assitenziarlo... altri non era che R-oe stesso.
Che grand'uomo R-oe, magnificente in magnanimità e metamorfico in metastatica capacità di cospargersi di sembianze sempre più... lente.

Avesse avuto la maschera stamani il viso non sarebbe ora lacerato.
"A che costo il tetro teatro showwa must go onna attraverso il vetro di schiere di maschere invisibili in sere troppo vere per esser credute?"

R-oe, ghigna sardonico
e defilasi in mitologico
tautologico
silenzio afonico.

Monday, 2 September 2013

Sunday, 1 September 2013

L'istante più pedante

Oggi ho finito ufficialmente le """vacanze""" e sono tornato al mondo reale, abbandonando la bucolicità di vallate estive e di assenza di orari.
Sono tornato a ritmi che mi sono richiesti, sono tornato a fare schifo.

Ho messo piede in una stanza che la mia memoria insiste a ricordare.
Una lunga guidata in notturna, una voce a destra che rallentava il tempo, una notte così lontana.
Ho messo piede in un ricordo e, sarà che il cervello a volte è più lento ad adattarsi rispetto al corpo,  per un attimo, per un fottuto istante, ho perso l'equilibrio.

Del resto è normale che basti un istante a modificare TUTTO, la palla che rallenta un istante, la tegola che cade in un istante, l'universo è nato in un istante.

La vita È una serie discreta di istanti inframmezzata da spot pubblicitari.

Sono tornato col corpo pesante, a ruota leggera la memoria è tornata. E ora è lì bloccata, drogata di qualcosa che ora non... assenza, eh? Ci torno sempre.
Che dire? Anche Cristo aveva i suoi chiodi fissi.

La cosa straordinaria, e forse un sintomo di maturità (~vecchiaia?) (o forse proprio immaturità), è il fatto che non c'è nostalgia, non c'è dolore, c'è infima rabbia, non c'è pianto in questo cuore.
Ho messo piede in un ricordo, così vicino e così lontano, e provo solo immensa gratitudine.

Strano come un'istante possa sterzare un'esistenza e, ancora più strano, possa generare istanti come ORA che insegnano più di intere esistenze.

Istante pedante, passato che rende valore al presente. Passando.