Ad una prima analisi sembrerebbe quasi ridicolo che l'assenza possa effettivamente interagire, pesare, ferire e uccidere più della presenza.
Sembra qualcosa di troppo sentimentale, troppo metafisico.
Poi uno comincia a pensarsi senza casa, senza una gamba, senza il cervello, senza un scopo, senza mort... ah, no, senza vita.
(Merda, mi stavo quasi per fregare con la storia della morte...)
In realtà è una cosa molto fisica, pensate al vuoto che "tira". In realtà è che le cose sono entropicamente gay e vogliono esplorare, soprattutto il vuoto.
Tutti piccoli Marlow su per fiumi, piccoli Danti giù per gironi e via con la curiosità per l'inesplorato e il desiderio di ciò che non si ha.
L'assenza dicevo... ah, e ho detto vuoto. O ho detto "niente"? O "nulla"? No, forse era oblìo.
Ecco, qua a girovagare come carovana nel deserto attorno a racconti (falsi?) tramandati dai predecessori. L'assenza è vuoto? E se c'è assenza allora è presente l'assenza... ah, bella vecchia diseguaglianza delle dicotomie! Sentire il silenzio, vedere il buio, esistere del Nulla, essere del Non-Io e tutte quelle cose fighe che prendono a scarpate la booleaneità della descrizione della realtà.
Assenza è più sapere e non potere. Ecco, questa è la definizione. Se uno non scopre che le persone hanno 2 gambe, vivrà con una gamba solo senza sentire il peso dell'assenza di una gamba.
Ah! Eccola! Adesso capisco perché è così bello essere stupidi, ignoranti e attaccati a Matrix.
Vediamo l'assenza come una specie di contrappasso, un sole che brucia l'Icaro che osa, un bel calcio nei denti dell'imperscrutabile Realtà che abbiamo colto con le vesti alzate dietro al paravento.
Sei questo, Assenza? Sei la maledizione lanciata dal nemico sconfitto? Sei il colpo di coda nel canto del cigno prima dell'arrivo del macigno?
Assenza, come la fresca brezza dopo il temporale, quando tutto girava e tutti gridavano e tutto.
Assenza, sì, magari bruci. Bruci come brace morente quando il rogo ormai è divampato regale.
Forse tu, Assenza, sei il mio compagno di viaggio, il frutto di troppo volere e... nulla stringere.
Forse un giorno ci metteremo d'accordo, Assenza. Faremo a giorni alterni, i dispari miei e i pari tuoi (fregata, 4>3!). Nei miei giorni sarò stupido, spegnerò il cervello e i giudizi e la rabbia e la paura e sarò
libero da te.
Certo, poi potrai tornare a prendermi al parco giochi e riportarmi nella camera buia. Potrai riportarmi
a casa.
Ma ti prego, lasciami un'ora d'aria, un'ora leggera.
Lasciami provare a essere migliore.
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