(Parlo per tanto, prepara le lamette e le maniche rimboccate)
Seven deadly sins
Seven ways to win
Seven holy paths to hell
And your trip begins.
Seven downward slopes
Seven bloody hopes
Seven burning fires
Seven your desires.
Cominciava così (l'ho buttato a memoria, no scazzo di copy-paste around come un idiota) un'album fondamentale nella mia vita.
Non che l'album fosse/sia sto capolavoro (se uno esclude Infinite Dreams che ve la andate ad ascoltare all'istante se non la sapete, merde) (o The Evil that Men Do, che anche andate parimenti ad ascoltarvi, hipster che non siete altro).
No, quell'album l'ho comprato a Roma, durante una gita scolastica di tre giorni, un pacco di anni fa. Quell'album sancisce il periodo che sancì il mio passaggio da bambino cresciutello arrogante sognatore sfigato senza donne illuso a uomo irascibile attraente nella complessità solitario malinconico profeta temuto disghemboguardato e attrattivo.
Sono passato dal teddy bear, amato ma infantile e infantilmente trattato, a qualcosa di immanente che resta impresso (ne bene e nel male) incatalogabile se non "strambo, pazzo, anormale, pauroso".
Da lì in poi era finita la mia timidezza e deferenza (con le donne, davanti a un pubblico, con le autorità). Non avevo paura, avevo tramutato l'imbarazzo in scazzamento. Se bofonchiavo con una ragazza non era timidezza,ma "baby sei stupenda, ma sono sopra il tuo acquitrino di esistenza".
Tramutazione, non ero solo perché senza amici MA ero senza amici perché ero solo. Vista la differenza?
E prima di tirar fuori la balla del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto vi chiedo "le vostre gote hanno mai visto un bicchiere da vicino?" Magari a rate, così vi incarnate un po' di frantumi di silicio in faccia, non sia la volta buona che iniziate a riflettere.
In quel periodo una ragazza aveva fatto il primo passo (old me non avrebbe mai osato) e, guess what, una volta dentro ho visto quanto cazzo fosse facile andar via bene (translazione da easy going o boh) con gli altri. E soprattutto con l'altra metà del cielo (che significa donne, non so perché sta perifrasi Ying e Yang, ma fuck off).
Tutto il medesimo me che sono io ora è stato affinato ulteriormente dall'avvento di forum, MSN, Netlog, Facebook e roba così. Ho cominciato a capire quanto siano proprio le parole a importare (se non sei un/una figo/a da paura, intendo), con la loro insicurezza e non univocità. Il trucco sta nell'intuire che schifo avviene nel cervello degli altri e precederli, battezzare in loro vece il loro pensiero con le TUE parole. Questo è un modo per operare controllo sugli altri, visto che le persone spesso dimenticano che i pensieri scelgono le parole e non viceversa.
Come i sentimenti scelgono le parole e non viceversa. Ma le persone lo dimenticano. O, peggio, non lo sanno.
Quell'album, che ora casca il palco e ve lo nomino, Seventh Son of Seventh Son, è lo spartiacque, insieme ad altre due o tre cosette. Anyway.
È normale che torni in mente, spesso. Soprattutto quando sono ad un nuovo spartiacque.
Vedo la vita come una pianura piena di fiumi e devi attraversarli. Solo che a volte segui il corso del fiume per molto tempo finché non trovi un punto guadabile.
A volte, troppo perso a guardare i fiumi precedenti o i prossimi lontani, non vedi il guado: perdi la vita lungo lo stesso fiume di merda.
Ora Seventh Son blablabla (l'album) torna e ritorna e torna ancora.
Visto che del futuro non so un cazzo, guardo al passato. Ma solo per trovarci che io, così come sono, tutto sommato ci sto bene (ACCONTENTARSI, bestie, non è mai troppo negativo).
Ma NON sono davanti al bivio "o la va o la spacca".
No, è GIÀ andata, il guado è cominciato e, l'acqua alla gola e il fucile tenuto sopra la testa, sono dentro fino al collo.
E che problema c'è ad ammetterlo. Che problema C'È?
NE-SU-NO
Avete mai visto serie TV? Quando c'è il problema piccolo (forse ancora contenibile) e c'è quell'istante in cui il personaggio esita sulla soglia prima di uscire e un altro personaggio gli fa "c'è qualcosa (che vuoi dirmi)?" e il problematizzato "no, niente".
BAM
x episodi dopo tutto il cast a perdere tempo, e magari vite, a risolvere quello che sarebbe bastato aver ammesso prima.
Io AMMETTO che qui ho un sentimento viscerale e assordante.
Dare il nome sarebbe il gioco del mind control, quindi trovatevelo voi il cazzo di nome.
Qui non si parla di "ah, che bello!", qua si parla di "porca puttana troia merda di dio vaffanculo crepa schifo ladro t'ammazzo,
questa è stupenda".
Ed è tutto.
E vaffanculo che magari cambio idea, sì, certo, solo per dire che non può esistere.
Da cosa ho capito che sono sullo spartiacque? Non perché "non mi sono mai sentito così" o "ha tutto quello che cerco, bella intelligente attenta sailcazzochealtro". No.
Cioè, sì. Ma NO.
È perché mi sento inferiore (in alcune cose, eh!, piano con la redenzione dell'antagonista qua). Non inferiore negativo e nemmeno che lei sia superiore. Ha solo... Coraggio. Tanto.
Non coraggio di buttarsi col parapendio o andare dal tipo figo al bancone, non coraggio che gli altri fanno "Uoooh, è coraggiosa".
No, ha coraggio di dire "perché deve essere così? Perché non diversamente?".
È il coraggio della curiosità, dell'inapagatezza, del disprezzo delle cose che "van da sé", è un coraggio molto invisibile. È coraggio arcigno, coraggio autolesionista, è il coraggio di dire "ipse dixit chi? Chi cazzo lo dice?".
Quel coraggio che aliena, che porta al patibolo i capi ribelli traditi dai compagni omuncoli.
Coraggio che mi ammutolisce e dà speranza.
Seven, gran bel film, gran begli zaini, il numero sulla tuta di Shepard. Sette, oltre a essere numero primo ed essere il divisore "a caso" (se non è divisibile per 2,3 o 5 ad occhio, uno va col 7 a cazzo), oltre a essere gli Horocrux di Voldemort e milioni di altre cose (tipo la zettimana! Bravo, genietto!)
sette sono i giorni che ho a disposizione per dirti:
Non so quanto dura il tuo coraggio, quanto napalm hai ancora nel lanciafiamme, ma io mi arruolo e ti seguo con ettolitri ed ettolitri di combustibile.
Quello che non puoi cambiare
lo bruciamo
e cospargiamo
di ceneri candide lo sporco
del mondo.
Suffucation, waking in a sweat
Scared to fall asleep again...
(Infinite Dreams)
Ah, se a te non importa, non va bene, non lo sai, ci vuol coraggio ad accettare la fiaccola che ti porgo, non sei pronta, blablabla o chealtro, ti lascio le taniche di combustibile sulle scale di casa, uno Zippo griffato Assentheismo, un utile sanpietrino sporco ferma-carte.
Inoltre, solo per oggi, se sei tra le prime 10 telefonate ricevi anche anche il mestolo della minestra in cedro di mia nonna.
Adesso io ho un cielo da guadare (sì, senza "r"), sarà il mio canto del Ghigno.