Monday, 8 July 2013

Li guardi e L'IMITI

IL LIMITE

Sufficienti non sono 
cinque sensi in croce,
o quattro righe scritte
o tre parole a voce.

Un mondo fenomenico
non basta
ad un essere famèlico
che s’arresta forse solo
all’arresto della sua mente
a calcare il suolo.

Un mondo fenomenico
non distoglie
dallo scricchiolìo delle foglie,
dallo stallo
di un’ascesa avventata
sul foglio
di un’esistenza.





Nella sua sforzata al limite necessità di usare convenzioni ( linguistiche, strutturali, grafiche,...) la poesia, o più o meno qualsiasi getto in faccia di fecondi concetti shottati come una tequila dopo aver battuto l'unto bancone, supera tutte le conve(/i)nzioni assurgendo alla definitiva forma di confusione.

Diventa un caotico mimetizzarsi tra suoni e forme, discordanti fiammate di nulla, che alla fine degenerano. E generano l'istante di "ah! Questo è ciò che provo!".
Non c'è limite in una vita terrena alle permutazioni di segni che posso affilare uno dietro l'altro per segnare e intagliare nelle cortecce di cervelli le mie iniziali - cuore <3 - le tue iniziali.
Il mio unico limite è la volontà di legarmi agli altri attraverso caos e poetica confusione, con scritti parole e fatti.

Perché noi siamo l'anima confusa in manichini meccanicamente ordinati e, altrimenti, morti.

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