Mi sono perso troppe occasioni di tacere, troppe occasioni nelle quali avrei dovuto scagliare un sanpietrino al riflettore che m'illuminava.
Nello stesso modo con cui il mio cervello naviga supersonico nell'oscurità e nel silenzio, perché deve immaginarsi le cose e riempirle di suoni, così nella solitudine il mio cervello immagina sentimenti ed affetti. E ne immagina tanti e così di qualità da far impallidire quelli reali.
I drown myself in the wilderness
to avoid the human emptiness.
Cosa posso dire? Ah, niente. Non ha senso esistere se non per l'opportunità di trovare un senso all'esistenza. Del resto questa nozione di finalità o di motivazione non è estranea ad alcuna persona. Tutti prima o poi si soffermano. Le religioni nascono così, no? Dare perché e affinché.
Forse quello che mi infliggo è una religione, la mia religione, dove mi forzo e mi vincolo alla malinconia. Essere scontroso, evanescente, distaccato: tutto un privarsi per poter mentire a me stesso con "ah, SE avessi ora sarebbe...".
Oppure sono fondamentalmente certo che l'alternativa a evitare sarebbe comunque peggiore.
Dipende molto dalla capacità di accontentarsi, di riderci sopra mentre si trattengono le lacrime.
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