Wednesday, 3 July 2013

ADDIO


“Addio” mi disse,
mentre sulla banchina
m'impalava il fischio
del treno in partenza.
“Addio” mi disse,
come ultima sentenza
quando sanguineo il sole morente
sui binari rotolava all'orizzonte.

“Addio”... ma a quale dio?
Al dio che muove le fronde
come la mano che scostava
i capelli dalla tua fronte?
Oppure al dio che decide
le regole del gioco,
che premia chi ride
dandogli fuoco?

C'è un dio per ogni momento?
Un dio per ogni sacco di carne?
Un dio per tutti gli addii
che dell'onnipotenza
non sa cosa farne
e ne farebbe così senza
da premiarci separando
chi ha fatto incontrare?

Questo è un dio bipolare,
così abituato alla solitudine
che unendo e separandoci
si intrattiene,
che o il legame teme

o ti da anche le catene.




Tra le macchine del fumo che spargono una giamaicana coltre bianca e ventilatori che arieggiano capelli frustanti, vediamo sempre quel patetico topos dell'addio, al limite di rotaie generiche di un binario 9 e 3/4 o di un Casablanca a basso budget (niente aerei Humphrey! Trenitalia si scusa per il disagio).
Sventolìi di mani.
Fazzoletti.
E poi gridano "addio", che vorrebbe tradurre un fare well senza tradurlo e buttando l'intero destino di un dipartente in mano a una creatura buffonesca e sperimentalemente non esistente come dio.
Ma proprio come i binari che scindono i Renzi e le Lucie della rivoluzione industriale, dio è un cretino binario che non sa bene come gestirsi la sua millantata onnipotenza (o ogn'impotenza, che dir si svoglia). Ti da il libero arbitrio ma c'è il piano divino che contempla il tuo libero arbitrio che è contemplato dal piano e quindi non è libero. O qualcosa del genere, no?
{Ah, no, sono io ignorante come una sgarbica capra e non ho studiato  millenni di teologia, ovvero come dare senso alle fiabe e trovarci dettami morali da far rispettare col filo della crociata spada e con la fiamma dell'inquisitorio rogo, ma questa non è più teologia è solo schifo. D'accordo: non ho studiato "Schifo"}

Penso ai rapporti di coppia (etero, gay, coppia di Assi, coppia e incolla), quando non riesci a trovare un equilibrio o un'occasione che sia la sproloquiata scala di grigio. 
O la persona giusta non c'è oppure (non è quella giusta e) te la porti fino alla tomba con full-optional di difetti da accettare e sapori da condividere (tipo la pappetta di kiwi quando ormai anche la dentiera non resta più attaccata, quando l'unica cosa che resta attaccata è il cuore o la spina).
"Addio" appunto: dativo, complimento di termine ("bellissima morte!"), consegnare le chiavi della tua Maserati a un cane autistico strabico e cieco che te la immortala sul muro del vicino.

Se c'è una cosa bella che ha scritto Montale è "occasioni". Cioè, proprio la parola "occasioni". Detto ciò poteva buttare il calamaio nel cesso che, tanto, quel che c'era da dire l'aveva detto (o aveva avuto l'occasione di dirlo).



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